METODO BIANCHI

Nel 1946 venne fondata a Genova dal maestro Gino Bianchi una scuola di “lotta giapponese a stile libero” che applicava la “Dolce arte” del Ju Jitsu  adattandola alle caratteristiche degli occidentali.

Questo metodo, che aveva una caratteristica strutturale unica, si è diffuso con sempre maggiori consensi fino ad essere riconosciuto, nei primi anni “70, dalla Federazione Italiana Karate (ora FILJKAM ).

In seguito, la scuola di Ju Jitsu nata a Genova contribuì, prima alla fondazione della Federazione Europea, ed, in seguito, a quella di Ju Jitsu.

Il Metodo Bianchi ha una struttura ed una classificazione (alfanumerica) che facilita l’ apprendimento graduale con settori (gruppi di tecniche) a difficoltà progressiva; i vari elementi sono, inoltre, denominati con una traduzione in italiano che è immediatamente comprensibile a tutti.

Quindi le tecniche del Ju Jitsu sono la base di una efficace e globale difesa personale, quindi l’obiettivo è l’Autodifesa, la difesa da attacchi e non lo scopo di recare offesa diretta.

Lo scopo dell’autodifesa è l’efficacia al di là della forma.

I pilastri del metodo sono:

Libertà di esecuzione nell’autodifesa che dipende dal modo in cui avviene l’attacco e dalle caratteristiche psico-fisiche dei due contendenti.

Libertà di forma, che produce creatività attorno ad uno stesso esercizio.

Il metodo così concepito ha, quindi, non solo lo scopo di far apprendere tecniche atte all’autodifesa, ma l’ambizione di aiutare lo sviluppo di capacità motorie e cognitive utili a valutare ed affrontare le varie situazioni.

Il M°Bianchi stesso dice:

Per il complesso dei suoi esercizi e per la tecnica che richiede il Ju Jitsu metodo Bianchi, costringe l’individuo a pensare con continuità, a studiare l’avversario con fulminea rapidità per poterlo colpire in tutti i suoi punti scoperti al momento giusto, impone, quindi, un autocontrollo severissimo ed obbliga ad una assoluta prontezza di riflessi.

Cosicché il Ju Jitsu oltre ad essere uno sport di immediata utilità è anche una scuola di carattere che affina e perfeziona l’equilibrio fisico e quello mentale, il che potrebbe ben definirsi una ginnastica della mente”“

Il Settore “A” comprende le azioni elementari che introducono alla conoscenza delle reazioni di un avversario.

Settore “B” tratta le azioni che attraverso lo studio dello sbilanciamento mirano al caricamento, sollevamento e proiezione dell’avversario.

Settore “C” esamina le azioni impostate sulle articolazioni dell’avversario.

settore “D” è dedicato alla azioni impostate sul collo dell’avversario.

Settore “E” fonde le azioni di C e D mirando alla proiezione dell’avversario.

 

 

SCUOLA HONTAI YOSHIN RYU

La Hontai Yoshin Ryu è una scuola una scuola che studia tecniche di combattimento con l’uso di varie armi quali tachi e ko dachi (spada lunga e corta) o cho bo ed han bo (bastone lungo e medio) oltre al combattimento corpo a corpo e  sia nei kata armati che nei kata a mano nuda.

Lo studio della posizione, del tai sabaki (spostamento del corpo) e del kuzushi (squilibrio), del tempo, del ritmo, del ki, la ricerca del vuoto e del pieno, del kiai e del kime erano state fino al 1600 “armi” nelle mani dei Bushi. Oggi, grazie all’introduzione di kata che permettono di studiare questi concetti,  il praticante viene guidato in maniera graduale all’interno di un percorso formativo che conduce ad una piena consapevolezza delle proprie potenzialità. Tutto ciò avviene in modo molto naturale, intuitivo e semplice: la pratica dei kata continua, costante ed assidua, sotto la guida di un Maestro che ha esclusivamente la funzione di “stimolare” e “guidare” nella giusta direzione il cammino del principiante.

I kata più tradizionali ed antichi, infatti, vengono ancora oggi insegnati, ma soltanto dopo un lungo addestramento in quelli che sono considerati kata fondamentali: Gyaku no kata, Nage no kata ed Oku no kata. In queste forme base il principiante inizia a cimentarsi dapprima con leve articolari, proiezioni ed atemi (colpi al corpo) tenendo sempre presente che tutte le azioni portate sono mirate principalmente a creare una condizione di squilibrio nell’avversario mantenendo il pieno controllo del proprio e del suo corpo. Alla continua ricerca di kuzushi (squilibrio), però, presto ci si rende conto che la semplice “postura ed esecuzione corretta della tecnica” non è sufficiente a contrastare le azioni di un uke (compagno di allenamento in genere più esperto nella pratica) sempre più determinato, quindi la ricerca si sposta istintivamente in altri ambiti come ad esempio il tempo di esecuzione della tecnica o il giusto kime.

I kata base, come altri kata superiori, sono composti apparentemente da un numero limitato di tecniche. Ognuna di queste, però, affronta una situazione diversa approfondendo un principio già appreso in precedenza, oppure, partendo da presupposti già acquisiti inserisce concetti nuovi che possono essere applicati di nuovo alle tecniche già apprese.

 

I kata della Hontai Yoshin Ryu hanno quindi molti livelli di lettura. Dapprima praticati ad un livello base, permettono al principiante di imparare a percepire le molteplici sensazioni che un potenziale aggressore trasmette durante le fasi d’attacco indirizzando lo studio sugli “stimoli sensoriali” cui si viene sottoposti durante le azioni tecniche ed ai quali si deve imparare a reagire secondo schemi motori. Nel corso della pratica, però, il kata stesso si trasforma di volta in volta adattandosi all’esperienza di chi lo esegue e su questa base ben strutturata ogni praticante correttamente formato impara autonomamente ad astrarre le proprie “applicazioni” tecniche dai concetti base, e queste, proprio perché personali, saranno sempre immediate, istintive e soprattutto adattate ad ogni situazione.

ORIGINE DEL NOME:

La premessa filosofica di questo stile di JU-JUTSU è espressa dal suo stesso nome:

HON = concreto, reale. vero.
TAl = corpo.
YO = salice.
SHIN = cuore, mente, spirito.

Questo principio di base è applicato negli esercizi formalizzati o modelli (KATA) che includono:

  • KATANA e WAKIZASHI – la spada lunga e corta,
  • TANTO – il coltello,
  • CHOBO (o ROKUSHABUKO) – il bastone lungo,
  • HANBO ed il bastone corto,

TOSHU – kata a mani nude (disarmati) che includono:

ATE – attacchi al corpo,

  • GIAKU – lussazioni delle articolazioni,
  • NAGE – sbilanciamenti e proiezioni,
  • SHIME prese di soffocamento
  • KUATSU e rianimazione.